Apprendere è un processo che rielabora l’acquisito e lo innova, in ogni momento e in ogni situazione della vita. Apprendere è strumento di trasformazione personale.
Porsi domande, per imparare a fare meglio, nelle competenze professionali, nell’esercizio del proprio ruolo familiare, ecclesiale e civico nelle relazioni con gli altri, rende la persona completa e affidabile. Apprendere non vuol dire accumulare erudizione, ma riuscire a usare le proprie CONOSCENZE per muoversi nel mondo con una crescente capacità di farlo proprio, di parteciparlo. Occorre, perciò, mantenere viva la curiosità, il desiderio di capire ancora e meglio, proteggere la flessibilità della mente e la maturità delle scelte.
In questa avventura di apprendimento c’è anche la conoscenza che evoca nella mente e nel cuore il senso dell’infinito e di una complessità inattingibile, di un mistero in cui l’umanità è immensa e aperta.
L’apprendere, infine, muta con l’età di una vita. Alla scoperta infantile e giovanile del mondo esterno e del suo funzionamento si aggiunge, nel corso degli anni, la scoperta della dimensione interiore, della sua importanza nel rapporto col mondo e della sua grande capacità trasformativa.
Nel momento in cui l’operare nel mondo, con l’avanzare dell’età, diventa più difficile, si scopre un territorio poco frequentato, un patrimonio ricco di strati, accumulato per anni, di ricordi e pensieri, anche di dolore e di perdite, risorsa tutta da ripensare, per sapere di sé e del senso della propria vita.
Il segreto dell’apprendere sta proprio nella ricerca della verità nell’amore.