Ascoltare è il segreto

Ascoltare è impegnarsi a comprende e accettare un parere di diverso dal tuo.

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Cosa ascoltiamo quando ascoltiamo?

In realtà quando ascoltiamo non ascoltiamo affatto, siamo molto spesso presi da ciò che avviene dentro di noi, per lo più in modo inconsapevole e finiamo pertanto con l’assumere rispetto all’altro un atteggiamento di mera “ricezione” che spesso riduce la comunicazione ad una faticosa raccolta di elementi che alla fine spesso ci lasciano più esausti e annoiati che interessati e pronti a cogliere gli elementi essenziali.

Il vero ascolto presuppone un rapporto, un contatto profondo. Significa entrare nei panni dell’altro, osservare temporaneamente la realtà con i suoi occhi. Il vero ascolto produce naturalmente empatia, perché nasce dalla convibrazione e dalla risonanza.
Il più grande ostacolo?

Il giudizio in tutte le sue innumerevoli manifestazioni (pregiudizi, stereotipi, banalizzazioni, insomma tutto quanto attiva l’economia cognitiva), ascoltare in fondo è mettersi in cammino accanto a qualcuno, essere disposti ad entrare ne l suo mondo e questo implica un atteggiamento di aperta, onesta e chiara curiosità verso l’altro, che a pelle ci piaccia oppure no.

È per questo che bisogna chiarire innanzitutto a se stessi quelli che possono essere i filtri che (dis)orientano la nostra comprensione, depotenziando intuito e capacità conoscitiva a detrimento dell’efficacia della comunicazione.

Qual è allora il segreto dell’ascolto attivo?

Trovare la chiave di quello specifico stato che ci permette combinare l’ascolto interno, ovvero ciò che accade dentro di noi, con quello esterno orientato all’altro. Entrambi vengono vissuti contemporaneamente e vanno colti nella loro consonanza o dissonanza, così come va allenata la capacità di affinare l’attenzione sulla comunicazione non verbale. Il nostro cervello scorre velocemente pensieri e stati d’animo, molto più velocemente delle parole che esprimiamo.

Per questo coltivare l’ascolto ad ampio raggio significa considerarlo nella sua complessità come un’arte e una disciplina che ci restituisce, grazie all’esercizio, una grande opportunità per esprimere la nostra eccellenza di comunicatori.

Ascoltare è un processo di apprendimento, di arricchimento e di ampliamento della coscienza, che presuppone la temporanea messa tra parentesi delle proprie idee e dei  propri usuali modi di pensare. Significa uscire dal proprio egocentrismo, dalla difesa del proprio territorio cognitivo, disponendosi ad accogliere al proprio interno un altro diverso da sé. Presuppone la disponibilità a lasciarsi cambiare, il coraggio di lasciar andare difese e pregiudizi, e il senso di sicurezza che ricaviamo dalle nostre identificazioni, attaccamenti ed avversioni.

L’ascolto è una qualità dell’essere, che elicita tutte le altre: umiltà, dedizione alla verità, empatia, compassione, amore. È un antidoto agli inquinanti: in primo luogo l’orgoglio, il pregiudizio, la fede negativa. Il vero ascolto è molto raro, perché sono rare le persone disponibili a rinunciare al narcisismo che le separa e a ricontattare il senso di unità e di umana grandezza.

L’ascolto è generosità verso un altro essere diverso da noi, solo quando diventiamo liberi siamo pronti ad accogliere  ciò che l’altro dice, dando valore alle sue parole: non indulgere nel dubbio, nella valutazione, nel giudizio. Ascoltare significa fare silenzio interiore, mettere a tacere il giudizio, la critica, la competizione. Significa entrare in uno spazio dove il torto e la ragione non esistono più. È la premessa indispensabile per la soluzione creativa dei conflitti.

Ascoltare in modo profondo e totale significa dare senso alle parole dell’altro, impegnarsi a comprenderne la ragionevolezza dal suo punto di vista e accettarlo.